
Ritorno a Roma e dopo scalinate in salita e in discesa con morto nella valigia a seguito
mi chiedo come mai gli architetti-geometri-ingegneri delle linee metro abbiano litigato con gli ascensori.
Ma a parte le stazioni,
la capitale ha il tipico aspetto delle metropoli d'agosto: deserto.
E neanche il tempo è dei piu africani.
Godo.
Passo queste due settimane in piena nullafacienza,
con due nipoti under 6 entrambi dagli occhi azzurri,
mi rinnovano la linfa vitale.
A volte li guardo e credo che se avrebbero potuto evitarmi tante stronzate.
Ma va bene cosi.
Ascolto musica random,
tutto il mio guardaroba entra in una valigia,
ignoro vecchie e tossiche amicizie che continuano a tornare come fantasmi,
leggo "ristorante ai confini dell'universo",
medito e disegno il mio terzo tatuaggio,
ma soprattutto
sono libera dalla vocina della coscienza studio-universitario.
forse mi assento come la maggio parte di voi, forse no.
mi rilasso e vi saluto.
perdonate il post scialbo,
ma sono veramente in "pause".
love ya.